Revoca astensione avvocati: errore strategico dell’OUA

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Il 19 febbraio l’OUA tuonava contro il Governo nei seguenti termini.

Omissis… l’Organismo Unitario dell’Avvocatura prende atto che le ragioni della protesta, manifestate da ultimo anche nella delibera assembleare assunta a Napoli il 16.01.2014, sono state recepite dalla stragrande maggioranza degli avvocati italiani che hanno aderito all’astensione e dagli Ordini della Sardegna e di Lecce, verso i quali esprime solidarietà per le coraggiose iniziative assunte, e si impegna a dar corso ad ogni possibile attività rivolta a conseguire gli obiettivi già posti con i precedenti deliberati e riaffermati in occasione della recente Conferenza Nazionale dell’Avvocatura e, perciò,
conferma

lo stato di agitazione e
ribadisce
la necessità di una interlocuzione permanente con il Ministro della Giustizia nonché della partecipazione dell’Avvocatura nella composizione dell’Ufficio Legislativo del Ministero e nei Consigli Giudiziari;
delibera

di invitare tutti i colleghi ad utilizzare ogni forma lecita di disobbedienza civile, ivi compresi:
la revoca e/o la sospensione da parte dei COA territoriali di ogni forma di finanziamento e sovvenzione e, comunque, di sussidiarietà in favore degli uffici giudiziari;
la cancellazione dagli elenchi dei difensori d’ufficio e del patrocinio a spese dello stato;
il pagamento del contributo unificato soltanto dopo il ricevimento dell’apposito avviso della cancelleria;
la rigorosa applicazione delle norme processuali, con sospensione di tutte le consuete attività di supplenza agli uffici.

Si impegna
altresì, ad esigere che le somme riscosse dallo Stato nell’ambito del servizio giustizia vengano vincolate al funzionamento dello stesso;
a portare a conoscenza della Commissione del Parlamento Europeo le ragioni della protesta dell’Avvocatura italiana.
Proclama
l’astensione dall’attività giudiziaria civile, penale, amministrativa, tributaria e contabile per i giorni dal 17 al 22 marzo 2014, subordinando, sin da ora, la eventuale revoca, al ritiro da parte del Governo del ddl sulla giustizia civile”.

Il 5 marzo il Ministro incontra l’OUA e afferma che vuole collaborare con gli avvocati, ma non dichiara che ritirerà il DDL Cancellieri.

Dopo sei giorni in data 11.3.2014 il Presidente OUA comunica che:

“come ho già riferito dopo I’incontro del 5 marzo scorso ritengo che l’attenzione mostrata da questo Ministro nei confronti dell’Avvocatura meriti un segnale di fiducia e di distensione nei rapporti da parte nostra, per continuare un dialogo ed una consultazione appena iniziata”
Per tali motivi, ai sensi dell’art. 10 dello Statuto, ritengo opportuno e necessario revocare l’astensione dalle udienze dal giorno 17 al giorno 22 marzo p.v., deliberata dall’Assemblea OUA, limitandola esclusivamente nei giomi 20 e 21 marzo p.v. in coincidenza con la nostra prossima Assemblea estesa anche alla partecipazíone di CNF, COA ed Associazioni.
Resta fermo lo stato di agrtazione e le altre forme di protesta deliberate.”

E’ evidente che in tal modo non é stato rispettato il deliberato del 19 febbraio che subordinava la revoca dell’astensione al ritiro del ddl Cancellieri.

Sotto il profilo sostanziale non basta una mera dichiarazione di intenti del Ministro, peraltro non soddisfacente verso i punti che avevano scatenato l’ira degli avvocati (leggasi ddl cancellieri) per scegliere una “ritirata” che dimostra tutta la fragilità della categoria. L’OUA da un canto esprime solidarietà ai colleghi sardi ed ai colleghi di Lecce che sono in astensione continua – rischiando anche severe sanzioni –  e dall’altro, da par suo, revoca un’astensione già deliberata danneggiando in tal modo  molti avvocati che, considerando che le udienze non si sarebbero tenute, non hanno svolto gli incombenti preparatori delle stesse (vedasi in primis citazioni tesi). Del tutto inconsistente, per giustificare la scelta di limitare l’astensione, il riferimento all’emanazione dei nuovi parametri: quello era un atto dovuto ed anzi il Ministro avrebbe dovuto farlo prima!

Per non parlare della geografia giudiziaria di cui l’OUA si é ormai già dimenticato e che non pare sia stato oggetto di disamina con il Ministro.

A seguire il pensiero del Presidente OUA sarebbe stato più logico, nella sua non condivisibile ottica, revocare in toto l’astensione ed invece si é scelta una via di mezzo che di fatto scontenta tutti. Peraltro i due giorni mantenuti come astensione coincidono con l’assemblea dell’OUA ed il motivo di ciò non si comprende né é stato spiegato: di certo non si può pensare che l’astensione é stata mantenuta solo per agevolare i delegati OUA che dovranno andare a Roma.

A questo punto vi é solo da sperare che, siccome la decisione é stata assunta dalla Giunta OUA ai sensi dell’art. 10 dello Statuto,  alla prossima assemblea del 20 e 21 p.v. l’Assemblea non ratifichi tale scelta e riproponga una linea di condotta caratterizzata da un maggior coraggio nelle scelte, in considerazione del fatto che non é più tempo di promesse, ma é tempo di fatti e di norme che attribuiscano nuove opportunità di lavoro alla categoria dato che la legislazione degli ultimi  anni é stata tutta tesa a rendere difficile l’accesso alla giustizia, a limitare il numero dei contenziosi ed a ingessare l’attività libero professionale con innumerevoli incombenti burocratici che fanno sprecare tempo e denaro.

Servono altre funzioni per gli avvocati (es. possibilità di stipulare atti fino ad un limite predeterminato – es. euro 50.000 -), una sostanziale riduzione dei costi di accesso alla giustizia (l’esempio francese insegna), una seria riforma della magistratura onoraria specie in funzione dello smaltimento dell’arretrato civile, maggiori risorse in termini di uomini  e mezzi dentro i tribunali ed una programmazione nell’accesso alla facoltà di giurisprudenza.

Finora l’OUA non ha ottenuto nulla di tutto ciò, speriamo che ci riesca in futuro.

 

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